Introduzione
Questa tesi
nasce dalla volontà di raccontare al lettore la mia esperienza come
operatrice della rieducazione in una Comunità Terapeutica per il recupero
di soggetti con patologie psichiatriche, con sede in Torino. La mia
esperienza in questa sede, è durata all’incirca tre anni, e mi ha dato
l’opportunità di crescere, professionalmente
e umanamente. Ha lasciato
il segno, soprattutto per quanto riguarda il bagaglio affettivo e
relazionale che ho potuto accumulare. L’inizio
della carriera educativa non è stato un grosso trauma; le frustrazioni
relative a questa “nuova” professione, né psicologica, né
sociologica, si sono manifestate nel
tempo. Ma nonostante
tutto posso dire di essere stata fortunata, perché ho trovato un ambiente
vero, ricco di stimoli, dove anche i conflitti erano attutiti da un forte
senso di appartenenza. Di qui la
decisione di sottoporre ad analisi l’aspetto etico-comunicativo di
questa esperienza, illustrata con un approccio, in qualche misura,
etnografico. La scelta e
la realizzazione di un determinato comportamento comunicativo si presenta
d’altronde, come un processo complesso, legato ad aspetti contenutistici
e relazionali tra di loro interdipendenti. Ancora di più,
la concretizzazione di tale comportamento pone non poche difficoltà, sia
per la tipologia di servizio, sia per l’incontro/scontro di tante
professionalità diverse, ed in questo caso, curiosamente, anche di tante
culture diverse. Come emergerà
dall’analisi dei punti proposti, favorire una comunicazione
personalizzata e significativa, tuttavia, facilita al gruppo-curante il
controllo dei fattori personali e situazionali, non sempre di facile
gestione, che offrono la possibilità di avviare interazioni positive. La scelta di
un taglio etico per la stesura, vuole poi significare, non un
argomentazione di stampo deontologico, quanto l’individuazione di una
scelta di gruppo, cioè di un
“etica del movente”, che è stata la spinta a procedere nel lavoro
progettuale e relazionale con l’utenza. Tra i fattori
che concorrono difatti alla promozione di un efficace clima di lavoro,
primeggiano la comunicazione, la relazione e la cooperazione, che
costituiscono nel particolare, l’oggetto di questa trattazione. In essa sono
prese in considerazione le dimensioni fondamentali dell’interscambio in
un gruppo di lavoro, specificate ciascuna in base a principi teorici, ma
interpretate alla luce di episodi etico-discorsivi vissuti. La dimensione
etico-comunicativa sarà inoltre qui raccontata attraverso le parole
stesse dei personaggi di questo variegato cast professionale, parole
raccolte in una serie di interviste, dalle quali emergono i diversi stili
e le diverse tipologie di linguaggio che convivono nello stesso gruppo. Mi sembra
opportuna anche una breve riflessione sull’esito comportamentale degli
atteggiamenti assunti dagli operatori dell’équipe nei confronti
dell’utenza; difatti l’intervento sui pazienti è sempre stato
connotato da una forte componente empatica, come sottolineerà anche lo
psichiatra responsabile del servizio; una componente empatica che ha dato
dei frutti anche perché stimolata dal gruppo- curante stesso, che ne ha
fatto una risorsa per l’intervento sul paziente, ma anche su se stesso.
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