Francesco Aqueci

Semioetica
fenomenologia dei processi storico-genetici



La semioetica definisce il suo oggetto connettendo, al di là degli steccati disciplinari e delle concezioni più consuete, aspetti del rapporto normativo come il prestigio linguistico, il rispetto morale e l'egemonia politica.

Il presupposto da cui parte è che ogni rapporto di rispetto comporta un elemento di prestigio, come mostra la psicogenesi in cui il rispetto non si stabilisce sin da subito come rispetto per la norma, bensì come rispetto per la persona che la impone in forza del prestigio che promana. Questo processo evolutivo non è però un trapasso meccanico ma una lotta tra contrari, chi detta la norma imponendola e chi deve metterla in opera ricevendola, che si risolve nell'emergenza del nuovo ruolo morale dell'individuo come legislatore di sé stesso.

Questo dato psicogenetico proiettato sull'egemonia politica porta a distinguere tra l'egemonia in atto e la contro-egemonia, una coppia di opposti in cui il contro-egemone lotta per abolire il potere dell'egemone ma anche il rapporto di dominio in generale. Anche qui, questo trapasso non è una vuota idealità ma il risultato della lotta tra chi detta il comando e chi piegandosi al suo prestigio lo rende operante, che si risolve quando sorge la vita nuova di individui autonomi legati tra loro da rapporti universali di reciprocità.

Sia nella psicogenesi che nella sociogenesi vi è dunque uno scambio tra la passività del comando e l'attività dell'esecuzione, in cui si ricompone a uno stadio più universale e astratto la scissione originaria tra creatore e creato, dominante e dominato, esperto ed esecutore.

Questo schema, riportato allo sviluppo storico, si concretizza nelle questioni di giustizia e nelle trasformazioni rivoluzionarie in cui la lotta tra i contrari si manifesta con il contrasto dei discorsi.

Giustizia e rivoluzione possono essere così attinte non come concetti astratti, né come accadimenti empirici, ma come processi storico-genetici sottesi ai rapporti di scambio tipici dei modi di produzione culminati nel capitalismo.

In questa spinta in avanti, che non esclude le stagnazioni e le regressioni, dipendenti dall'incostanza dell'organizzazione umana e dal regno del caso, l'unità dei contrari è l'orizzonte in cui la reciprocità universale può compiersi solo trascendendo la civiltà particolare da cui tale ideale origina.





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